Treviso è una città ricca di storia, cultura e bellezza. Tra le sue meraviglie, spicca il ponte Dante, un capolavoro architettonico che collega il vivace quartiere latino, sede di tre importanti università, con il resto della città. Il ponte Dante è una testimonianza della bravura e dell’audacia dei suoi costruttori, che riuscirono a realizzare un’opera che sembrava impossibile.
Il ponte fu progettato nel 1809 dal tenente dalmata Gasparre Petrovich, durante l’occupazione napoleonica di Treviso. Petrovich dovette affrontare una sfida ardua: costruire un ponte su un terreno instabile, soggetto a depositi di sabbia e fango portati dal fiume, e sopportare la forte corrente e l’ampia larghezza del canale. Per questo motivo, il ponte fu soprannominato il ponte dell’Impossibile, proprio perché nessuno credeva che potesse essere realizzato. E invece, il tenente Petrovich riuscì a vincere la sfida, grazie alla sua genialità e alla sua tecnica. Il ponte fu completato nel 1811 e divenne subito un simbolo di orgoglio e di speranza per i trevigiani.
Ma il ponte Dante non è solo una sfida impossibile, è anche il ponte che scavalca il luogo di una profezia celeste. Infatti, il ponte deve il suo nome al sommo poeta Dante Alighieri, che nel suo capolavoro, la Divina Commedia, cita Treviso e i suoi fiumi.
PONTE DANTE NELLA TERZA CANTICA
Nel canto IX della terza cantica il Sommo Poeta, mentre viaggia con Beatrice nel Cielo di Venere (laddove rifulgono le anime di colore che in vita furono mossi dall’amore), incontra l’anima dell’unico esponente virtuoso della famiglia da Romano, ovvero Cunizza, sorella del tiranno Ezzelino da Romano che, come s’intuisce facilmente, rifiuta la cattiveria della sua stirpe e inveisce con violenza contro la corruzione della sua terra natia (la Marca Trevigiana) e, leggendo nella mente dei Troni (gli organi giudiziari divini), profetizza una serie di eventi tragici, tra cui la caduta del dispotismo con le parole “dove Sile e Cagnan s’accompagna, tal signoreggia e va con la testa alta, che già per lui carpir si fa la ragna”.
Quel luogo è proprio a Treviso, in quanto in un’ansa del fiume Sile, si verifica la confluenza con il suo affluente Cagnano che per effetto della differente densità, velocità e colore (il Cagnano è più denso, lento e fangoso del Sile) si mescolano molto lentamente dando luogo a una separazione netta visibile ad occhio nudo.
In quel posto si trovava un tempo il porto fluviale, ancora attivo tuttora, ma solo come approdo per piccole imbarcazioni turistiche.
E proprio a Treviso all’inizio del Trecento spadroneggia Rizzardo IV da Camino (governando addirittura peggio del padre, che già era un tiranno): infatti, aumentò a dismisura la pressione fiscale, stravolse gli statuti comunali, si macchiò di stupri e omicidi e rubò perfino dalle casse comunali. Effettivamente, il 5 aprile 1312 Rizzardo viene ferito mortalmente da un sicario, mentre giocava a scacchi.
In onore a ciò nel seicentesimo della nascita il ponte viene chiamato Ponte Dante e inoltre, viene anche eretta una stele a metà ponte, sul quale oltre alla scritta dove Sile e Cagnan s’accompagna volto severo di Dante che, sebbene di profilo, sembra volere ricordare alla città quali sono i valori da conservare e trasmette una sensazione simile a quella invocata da un maestro severo, che però vuole che gli allievi crescano virtuosi.
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Stele commemorativa presso Ponte Dante
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Il fiume Sile visto da Ponte Dante a Treviso
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Incantevole confluenza fluviale Cagnano-Sile vista da Ponte Dante a Treviso
Il ponte Dante, quindi, è un ponte che racconta due storie: una storia di sfida e di successo, e una storia di poesia e di mistero. Se vi trovate a Treviso, non potete non visitare questo ponte, che vi stupirà con la sua bellezza e la sua storia.
https://www.trevisotoday.it/blog/ponte-dante-treviso-febbraio-2016.html
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