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Sapete che è esistita una famiglia che era talmente appassionata di arte da tappezzare letteralmente i muri della propria casa con numerosissimi quadri? Ebbene sì, a Milano visse una famiglia che fu proprio così e te la presenterò in quest’articolo!

STORIA E ORIGINE

La casa museo Boschi Di Stefano prende il suo nome dalla coppia che l’ha abitata per quasi 60 anni. Antonio Boschi, un ingegnere della Pirelli, e sua moglie Mariaeda Di Stefano, figlia di un costruttore edile, hanno trasformato questa casa nella loro personale opera d’arte. Grazie al talento di Marieda e al progetto dell’architetto Piero Portaluppi, ogni angolo di questa dimora era letteralmente ricoperto da oltre 2000 opere d’arte, collezionate con passione nel corso degli anni.

La passione per l’arte era talmente grande che le opere erano presenti persino sulle porte, sui soffitti e persino nel bagno. Nel 1967, la scomparsa di Mariaeda ha portato Antonio a donare una parte della straordinaria collezione al comune di Milano, affinché possa essere ammirata da tutti. Otto anni dopo, anche Antonio ci ha lasciato, e il comune di Milano ha ereditato la restante parte della collezione, secondo la volontà testamentaria dello stesso Antonio. Così, oggi, possiamo ancora ammirare queste opere d’arte nella casa che fu la dimora dei coniugi stessi fino alla loro morte.

LA CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO OGGI

Nel 1998 venne costituita la fondazione Boschi-Di Stefano paritariamente amministrata dagli eredi Boschi e dal Direttore delle Civiche Raccolte d’Arte, in rappresentanza del comune di Milano. A partire dal 5 febbraio 2003, la casa si è aperta al pubblico senza chiedere neanche un centesimo ai turisti, grazie ai meravigliosi volontari del Touring Club di Milano che ancora oggi si occupano di tutto.

La dimora è composta da undici spazi espositivi, in cui sono collocate, a rotazione, circa 300 opere d’arte della smisurata collezione dei coniugi (pensa che vastità: oltre 2000 opere!), scelte con cura per conservare il loro valore storico. I quadri sono appesi ai muri in ordine cronologico, proprio come erano originariamente, vicini l’uno all’altro, senza lasciare spazio, risparmiando però porte e soffitti. Addirittura, per dare l’idea, sono stati collocati perfino quadri in bagno, anche se soltanto due!

Le prime nove stanze della casa museo Boschi – Di Stefano ospitano opere di artisti come Funi, Marussig, Tozzi, Carrà, Casorati, Sironi, Moranti, de Pisis, Campigli, Paresce, Savinio, Fontana e de Chirico. Le ultime due stanze, invece, sono interamente dedicate a opere del periodo spazialista, nucleare e postcubista. Oltre alle stanze, anche i corridoi sono adornati da alcune sculture, come piaceva ai coniugi. Per preservare le opere d’arte, la casa stessa e garantire la sicurezza dei visitatori, sono presenti pochissimi mobili esposti, anche se si sono conservati tutti. Ci sono tre armadi-vetrina che custodiscono preziosi violini e sculture, due divani accoglienti, due fantastiche poltrone, un meraviglioso pianoforte a coda e qualche tavolo con le sedie attorno.

Come mi sono sentito io, è facile che anche tu possa sentirti come avvolto dalle opere d’arte in quanto nella casa museo Boschi – Di Stefano sono veramente ovunque e ti stupirai di come avrebbe potuto essere in origine e di quanto possa essere stata forte la loro passione per il collezionismo e quindi dei sacrifici di ogni genere possano essere stati disposti a fare creare la loro nutrita e preziosa collezione.

Come ho anche percepito io, anche tu probabilmente nutrirai un sentimento di ammirazione verso l’ingegner Boschi che ha deciso di donare tutta la collezione al comune di Milano, affinché tutti la possano ammirare, almeno in parte e capire cosa si può provare a vivere in un “museo abitato” dove i luoghi sono sottomessi all’arte, come lo definì Ornella Selvafolta, una professoressa di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano.

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Sito del Museo